mercoledì 15 ottobre 2014

Nymphomaniac, di Lars von Trier (2013)


        1. Charlotte Gainsbourg ha dei capezzoli della grandezza di un surimi;
        2. Il film inizia con una protagonista molto bella, che poi ad un certo punto da' alla luce un figlio e diventa cessa;
        3. il padre della protagonista viene ricoverato in ospedale in fin di vita e lei per metabolizzare la dolorosa tensione scende negli scantinati e si scopa il primo che incontra.È Giuseppe Simone.
        4. Quando la protagonista è adolescente fa una scommessa con una sua amica su chi riesce a scoparsi più viaggiatori durante un viaggio in treno, vestite con una tenuta che chiamano simbolicamente "scopami subito"; sulla ferrovia cumana invece c'è un venditore ambulante che per dimostrare la sua buona fede "vi bacia pure a terra", ma è un po' meno sexy;
        5. In una scena Charlotte Gainsbourg lascia la figlia sola a casa durante la vigilia di Natale per andare a farsi chiamare Fido e farsi frustare il culo a sangue da un biondino sadico, con le luci dell'albero;
        6. durante il racconto di Charlotte Gainsbourg, il vecchio che la ascolta ogni tanto si tocca per vedere se è eccitato, ma risponde sempre la segreteria telefonica;
        7. Charlotte Gainsbourg assiste impotente all'interruzione di un interracial threesome tra lei e 2 neri che litigano su chi deve penetrarla davanti e chi da dietro, lei che già sentiva in bocca il sapore degli Oreo;
        8. alla fine del film si scopre che chi ha incatenato Charlotte Gainsbourg ai tubi nel bagno è proprio l'uomo riverso nella pozza di sangue al centro della stanza.

        lunedì 17 dicembre 2012

        Il sospetto, di Thomas Vinterberg (2012)



        Trama rapida così mi tolgo il pensiero, stavolta al naturale, non trattata:
        un maestro d'asilo buono e comprensivo non accetta il regalino di una bimba spiegandole che dovrebbe darlo ad i suoi genitori o al massimo ad i suoi amichetti; la bimba in tutta risposta tiene il broncio dicendo a spiovere alla direttora che il maestro "è cattivo, è brutto e le ha fatto vedere il pisellino rivolto verso il cielo".
        Quello che avviene dopo non lo svelerò, già è assai che abbia svelato l'incipit.
        Ma è forte, cazzo se è forte, ti riempie di cazzotti e poi ricomincia finché non tremi.
        E direi che... cazzo, Vintenberg, mi hai fottuto di nuovo.
        Già Festen era una tortura psicologica e ne ho un ricordo molto intenso, ma con questo mi hai dato un'altra bella mazzata, a partire dalle implicazioni etico-morali della vicenda, continuando con lo studio sugli effetti che il passa-parola genera sulla comunità, un vero delirio.
        Per questo odi et amo:
        primo, perché mi hai talmente sconvolto con questo film che non riesco a stronzeggiare sulla pellicola come faccio di solito e tutto ciò mi comporta un enorme carico di frustrazione;
        secondo, perché mi hai fottuto il cervello, mi hai fatto sentire freddo dentro e fuori, rivoltato come un calzino;
        e terzo, perché hai giocato sporco proponendo un meraviglioso Mikkelsen che ho adorato in Valhalla Rising (anche se quel film non si capisce manco per il cazzo, ed è bellissimo, merito di Winding Refn...) in forma smagliante.
        Ultime 3 considerazioni:
        ero l'unico in sala (minuscola) alle 21,
        il film è ansiogeno,
        il film è ansiogeno.

        martedì 4 dicembre 2012

        Diaz, di Daniele Vicari (2012)


        Ho appena finito di vedere questo film in sala, sono totalmente allucinato.
        Di film disturbanti ne ho visti tanti, Il Camorrista, Salò o le 120 Giornate di Sodoma, L'Onda, L'Odio...
        non esiste paragone alcuno.
        Cazzo Daniele Vicari, quante palle hai? 10? 100? 1000?
        Sei riuscito a (far) rivivere quelle ore allucinanti senza pietismi, senza fiction del cazzo in cui noi italiani siamo tanto bravi.
        Non ho ancora visto Romanzo Criminale per rimanere in tema di film moderni di denuncia, l'ho sentito osannare da tutti quelli che l'hanno visto ma questo Diaz è un cazzo di film.
        Questa è la parte bella, quella che spara un bel voto su di un film di un regista italiano di cui da ora nutro molta stima.
        Ma voi guardatelo. Magari fate anche una pausa tra il I ed il II tempo come l'ho fatta io al cinema, così la mente metabolizza il sangue versato.
        Voi, vostro figlio, vostra nipote o vostro fratello e perché no, anche vostro padre o vostra madre sarebbero potuti essere lì, sotto i colpi di merda di quei tonfa senza dignità, orfani di senno, rossi di sangue.
        Questo se foste sulla stessa linea d'onda dei no-global che protestarono contro il G8 di Genova.
        Ma nel caso voi foste poliziotti? Anzi, la domanda che mi è subito spuntata nel cervello è: che impressioni avrebbe un poliziotto alla vista di questo film?
        Sono davvero così le Forze dell'Ordine? La pensano davvero così? Provano davvero tutto quell'odio verso coloro che sono di sinistra o semplicemente manifestano il proprio dissenso pacificamente? Davvero non aspettano altro che la possibilità di sfogare le frustrazioni giornaliere in maniera non solo legalizzata, ma approvata e compiaciuta?
        A questo punto la sinistra non c'entra più un cazzo, è quasi irrilevante.
        E' allucinante pensare che una cosa del genere capiti quasi impunemente (prescrizioni e ricorsi alla Cassazione…) in un paese civile.
        Ho detto paese civile? Si, voglio ancora crederci.
        Ma ho paura di chi ha il dovere di proteggermi e so che non è sano averne, non qui e non in quest'epoca.
        E Daniele Vicari, meriti applausi a scena aperta, anche se sento ancora le mie lacrime sulle guance arrossate ed il morso allo stomaco per la rabbia impotente, legata dietro la schiena.

        lunedì 3 dicembre 2012

        Contagion, di Steven Soderbergh (2011)


        Steven Soderbergh è il regista che non t'aspetti e che piace un po' a tutti: nel 2011 oltre a questo Contagion ha diretto anche "Knockout: La resa dei conti" e "The Last Time I Saw Michael Gregg", il primo è bello il secondo non lo so proprio.
        Nel 2012 ha fatto pure "Magic Mike" che piace sia alle M.I.L.F. (Mother I'd Like to Fuck per i non anglofoni ed i tostapani) sia al lettore medio di "Men's Health".
        Questo film invece inizia in una bella domenica assolata, in cui la famiglia Capucchione decide di andare a farsi una passeggiata a Posillipo, rispettivamente il capofamiglia, la madre ed i due figli chiatti e petulanti.
        Ristorati dall'aria di mare i due panzarotti insistono per andare da Giuseppone a Mare a mangiare le cozze crude, proposta che allieta anche gli affettuosi genitori, che rilanciano con zeppoline di alghe e capelli come antipasto.
        Durante la gaudente mangiata, al figlio piu' chiatto cominciano ad uscire le bolle per faccia, comincia a puzzare di cane morto e contrae immantinente un'inarrestabile sciorda a ventaglio.
        Il padre in preda al panico chiama insistentemente il cameriere apostrofandolo con un "Ooooooohhhh, e fa ambress! Jamm muovt!", mentre agita le braccia come un assistente di volo Ryanair.
        La madre dal canto suo coadiuva il marito gridando ossessivamente: "Un tappo! Portate un tappo! Subito! Levatelo da sopra a una bottiglia! O portate direttamente a buttegl!"
        Il figlio minore, guarda tutti i presenti in maniera disinteressata, rivolge lo sguardo al poster di Maradona, scruta la sua chioma folta e riccia e poi torna ad osservare la scena, succhiando avidamente una cozza dalle valve preventivamente divaricate e abbondantemente inondate di limone, facendosela passare per il cazzo mentre il risucchio prodotto dalla sua bocca viene coperto dalle frequenze dei chitemmuorti volanti in sala.
        Appena dopo l'incipit del paziente zero c'è un piano sequenza di 5 minuti con un susseguirsi di Linidor, medici smerdiati ed un rinnovato interesse nell'arte moderna in 3 sale d'aspetto di un ospedale.
        La scena successiva si sposta in un Policlinico di una qualsiasi cittadina del mondo, una che tiene il mare, il mandolino, la pista ciclabile ed i venditori di brodo di purpo, una cittadina a caso; siamo nel Pronto Soccorso di tale policlinico, di sera, rumore di canilupo in lontananza.
        La prima inquadratura mostra un dottore in camice che arriva dal fondo del corridoio, un po' barbuto e con un'aria sicura di se ma particolarmente preoccupata; in primo piano invece c'è di spalle una dottoressa con una bella pacca, visibilmente riccia e sexy:
        - Uè collega, allora abbiamo questo bambino di 8 anni, tale Brendon Capucchione, niente di rilevante all'anamnesi remota. Presenta diarrea poltacea e forti dolori addominali da circa 12h con scariche alvine ripetute, esami discreti, ha un po' i bianchi alti... Il padre riferisce di averlo portato a mangiare il pesce sotto Posillipo da Giuseppone a Mare -
        - Direi che sarebbe meglio ricoverarlo, ripetere gli esami e se non li ha ancora fatti fargli fare i markers. Ma ora sono assolutamente necessari 10ml endovena di Arofiètal 500... oh ecco il caposala Lupone -
        - Mamm ro' carm'n, ma cre' stu fiet e'mmerd! Eccellentissimi dottori Sannino e Sorrentino... ma vi siete per caso cacati sotto? -
        - Ma non siamo noi! E' questo bambino qui che puzza di escrementi putrefatti, il dott. Sorrentino mi stava... -
        - Maronn, la peste bubbonica! Arapite tutt cos! Aiuuuto! Ma stu sacc chin'e'mmerd non lo possiamo chiudere a chiave nel cesso? Dottore' vedete vedete, vrit nu poc dentro al giuramento di Ippocrafo che dice per i criaturi smerdiati, qua non si respira più... -
        Ad un certo punto squilla il telefono ed il dottore Sorrentino va a rispondere, annuisce, annuisce di nuovo, poi ringrazia, guarda i presenti ed esclama:
        - Stanno arrivando altri 13 casi di sciorde a ventaglio. Qui c'è un focolaio di fetamma diarroica... siamo nella merda! -
        La scena del film si chiude con i 2 dottori ed il caposala che vanno ad aprire tutte le finestre ed alzano al massimo l'aria condizionata mentre trasportano il bambino incosciente dalla barella in una stanza isolata ancora bianca dello stabilimento; ma durante il tragitto la telecamera segue rispettivamente il lenzuolo sul bambino che si alza e si abbassa per una scorreggia ed il percorso nell'impianto d'aerazione in cui viene trasportata velocemente fino ad uscire proprio di fronte alle macchinette del caffè, dove un austero e petulante dottore di mezza età sta rimproverando 2 studentesse per aver indossato dei pantaloni invece che delle minigonne, al che le ragazze cominciano a ridere pensando che il professore si sia cacato addosso e così scatta la tragedia infettiva mondiale.

        Il medico della mutua, di Luigi Zampa (1968)


        Siamo nell'anno in cui "l'utero è mio e lo gestisco io", le rivolte studentesche, lo scontro tra generazioni ed il rock & roll.
        In questo ambiente comunista e rivoltoso si snoda questo film che parla di Alberto Sordi che entra nel suo studio di medico curante che odora di meconio e urina di anziano ed esclama alla sua maniera: -Ahò, io so io e voi non siete un cazzo!- al che tutti i pazienti, chi con il bastone e chi con un neonato in braccio, si alzano in piedi ed eseguono un fragoroso applauso in si bemolle all'esimio dottore, qualcuno perde l'equilibrio e cade scivolando sulla sua urina.
        Poi Alberto Medico Mutua va in ospedale e fa il giro dei pazienti e per risollevare il morale di tutta quella gente triste e malata butta tutti i fogli delle cartelle mediche dei pazienti sostituendole con fotocopie delle pagine della Settimana Enigmistica con "unisci i puntini" ed "annerisci gli spazi".
        L'amministrazione dell'ospedale contenta del suo operato decide di promuoverlo "Cavaliere dell'Ordine dei Malati" e gli assegna la minzione d'onore del reparto di Urologia.
        Il film termina con la celebre scena in cui Alberto Sordi torna stanco da lavoro e mangia i maccheroni con yogurt, latte e cereali notando che né la Ranitidina né il Maalox gli fanno effetto.

        lunedì 19 novembre 2012

        La gente mormora, di Joseph L. Mankiewicz (1951)


        Secondo il II tomo dell'autorevole Enciclopedia del Cinema di G. Capucchione,
        "il film parla di un brillante ginecologo interpretato da Cary Grant che utilizza metodi poco ortodossi per visitare le proprie pazienti;
        egli per non farle imbarazzare si fa bendare dalla sua assistente poco prima della famosa formula: -Li poggi sulle staffe-.
        Tutto il film è un susseguirsi di visite ginecologiche in cui appena il protagonista tocca le grandi labbra alla paziente le si accende il naso rosso e viene emesso un fastidioso cicalino.
        Al 96% non c'è alcuna visione di sangue. In alcune scene si vede anche: nemico del ginecologo con saugella drogata. E' il film preferito dal suo regista. Voto Bello+".
        Incuriosito da tale giudizio ho guardato il film con alcuni amici e tutti umanim... unaminam... proprio tutti non  hanno fatto altro che confermare il voto Bello+ che il professor Capucchione ha assegnato alla pellicola,
        poi ci sono echi di maccartismo per niente velati, una vezzoca (bigotta per i non anglofoni) che apre il film che ha una fantastica faccia di cazzo ed un copione molto brillante, poi c'è anche un uomo che non parla ma che poi sfila la corona a uso fontana spilata.
        Pero' a dire il vero io mi volevo vedere "Inseparabili" d David Cronenberg,
        quello si che è un film serio sulla figura del ginecologo.
        Ve ne sono addirittura due! Gemelli! Monozigoti!! Rattusissimi!!!
        Ovviamente se uno di loro due frequenta una ragazza l'altro ci fa la zuppa, tanto la tipa non se ne accorge ed il cagna e scagna è tranquillo.
        Contrariamente ad "Inseparabili" che ti pone dentro e fuori un imponente carico d'angoscia, alla stregua di una rosa verniciata di nero che ti viene poggiata sulla testa e che vuoi decisamente non far cadere in terra,
        "La gente mormora" sortisce l'effetto opposto, un delicato e frizzantino solletico all'inguine che al contempo ti piace e ti smuove, suscita reazioni e solleva gli angoli della bocca all'insù, più o meno come per una donna può essere la vista di un aitante ginecologo, almeno finché non impugni lo speculum, non gli puzzi il fiato di dado knorr o non sia affetto da fastidiosi tic nervosi, presso: il lettino con siparietto.

        lunedì 12 novembre 2012

        M.A.S.H., di Robert Altman (1970)


        L'HUAC è il "Comitato per le attività antiamericane" nato dopo la seconda guerra mondiale,
        tramite esso McCarty ed il presidente Nixon si incularono migliaia di comunisti o di presunti tali nella paranoia dilagante dell’epoca.
        Dopo un'interrogazione a tappeto a 47 mestieranti della Hollywood del '47 esce fuori tra tanti il nome di un certo Ring Larner Jr, anche lui comunista o presunto tale.
        Larner verrà poi interrogato a sua volta appellandosi al I emendamento rifiutandosi così di aprire bocca,
        questo gli varrà l'accusa di attentato al Congresso, la condanna a 12 mesi di carcere, una multa di 1000 dollari ed il licenziamento in tronco da parte della Fox.
        Circa 20 anni dopo scrive la sceneggiatura di questo cazzo di film e sbanca tutta la madonna, Oscar, Golden Globe e Cannes compresi.
        Perché dentro ci sono chirurghi goliardici a cui piace far soffrire le persone?
        Perché erano gli anni del Vietnam ed il film è ambientato in Vietnam anche se la produzione impose che il Vietnam del film si chiamasse Corea?
        Perché il sesso pervade tutta la pellicola e non è nemmeno casto e delicato?
        Perché sembra un film in cui gli attori sguazzano come abbandonati a se stessi (in realtà fu proprio così, per tale motivo i protagonisti Elliott Gould e Donald Sutherland chiesero il licenziamento del regista Altman, si lamentarno che lui non li cacava proprio e pensava solo all'ambientazione)?
        Poi può essere che non vi piace, in tal caso potrete comunque spararvi le pose che l'avete visto, chiosando con "Cassiodoro" e "Bollore" rispettivamente i vostri amici superdotati e le vostre amiche ninfomani impenitenti.